C’era un’altra Aversa prima di Aversa

Articolo a cura di Romualdo Guida. Nella pubblicazione “Il Seminario di Aversa – Culturae Opificium” di altissimo valore scientifico (nonostante l’Autore Antonio Cesaro non fosse docente universitario come qualcuno il quale lo è per “diritto dinastico” o per “lecchinaggio baronale”) viene ipotizzata l’esistenza di una Aversa che era precedente alla sua Fondazione che avvenne nel 1022 ad opera di Rainulfo Drengot con la realizzazione di una palizzata protetta da fossi e siepi, in forma pressoché circolare, includente un palazzo-castello e l’antica chiesa votiva di “S. Paolo at Averze”.

Riprendendo pubblicazioni di “verificato valore scientifico”, il Cesaro scrive: “Alfonso Gallo, studioso di indiscusso rigore scientifico, parlando dei possedimenti di Rainulfo Drengot, afferma: Rainulfo ebbe quindi tutta la vasta regione chiamata Liburia … Prima dell’avvento dei Normanni la campagna appariva già tutta popolata da piccoli aggruppameli chiamati casali e ville … che entrarono a far parte della nuova contea. Quasi al centro della regione preesisteva all’arrivo dei Normanni un casale di s. Paolo at Averze…”
Nella nostra pubblicazione “Dai Vichinghi ad Aversa Normanna” del 2007, nel ricostruire gli spostamenti dei Normanni stanziatisi a Ponte a Selice presso il Clanio scrivevamo: “Spostandosi allora verso Sud, non è escluso che i Normanni si insediassero in quello che sarà il territorio della città di Aversa. Qui avevano notato ed espropriato un palatium prossimo ad una antica chiesa detta Sancte Paullum at Averze”.
E di seguito Cesaro riporta ….. “La professoressa Giosi Amirante descrive in modo dettagliato questo palazzo regio, o meglio, palatium: II primitivo impianto aversano -costituito dalla chiesa di S. Paolo, dal preesistente castello di origine bizantina, divenuto la residenza di Rainulfo e dalle prime fabbriche civili proliferate intorno — fu cinto de fossez e de hautes siepes che si svolgevano secondo un tracciato ancor oggi perfettamente leggibile … La residenza di Rainulfo, nell’antico castello bizantino, adiacente la cinta muraria, fu inglobata nel Seminario in occasione dei lavori settecenteschi: i resti della struttura medievale sono tuttavia ancora evidenti per la presenza di murature di insolita sezione in alcune parti della fabbrica, di un ambiente coperto con volte a crociera dalle consistenti strutture di fondazione, della torretta lungo la cortina muraria prospiciente la via S. Gennaro. Il palazzo regio – così definito ancora nei documenti settecenteschi – … indicato nelle fonti palatium, presentava un modello non fortificato e ospitava l’apparato amministrativo e la cappella palatina dedicata a S. Benedetto … Nemmeno la chiesa parrocchiale mancava: Santa Maria de Platea. La parrocchia di Santa Maria a Piazza è considerata la più antica della città di Aversa e molto probabilmente esisteva, intorno al VIII-IX secolo una cappella votiva, che oggi si presenta come una “appendice” del locale adibito a sacrestia. Poco prima del Mille in aderenza alla predetta cappella, maestranze di cultura orientaleggiante realizzarono una vera e propria chiesa, a tre navate, come si addice a una chiesa parrocchiale con tanto di battistero e campanile”.
Ancora nella nostra citata pubblicazione scrivevamo che “… nel Burgum Sancte Paulum at Averze esisteva una comunità cosmopolita, su cui si innestarono facilmente i Normanni, c’erano gli abitanti della distrutta Atella, bizantini e greci provenienti dalle terre sottoposte all’Impero Romano d’Oriente, ebrei provenienti dai domini musulmani di Sicilia”.
Da ciò il Cesaro ricava che “…. Un primo punto a favore di una Aversa più vicina a una piccola cittadina che a uno sperduto villaggio nella campagna della Liburia ci viene dalla considerazione che proprio qui si rifugiarono gli abitanti scappati da Atella dopo che fu incendiata. Gli Atellani popolarono l’antico villaggio di Sancte Paullum at Averze e vi portarono, assieme alle tradizioni, tutto il loro bagaglio culturale”.

Orbene, per dimostrare che esistesse una Aversa prima di quella fondata da Rainulfo Drengot, Cesaro scrive: “….Dopo la caduta dell’Impero Romano, ci furono varie incursioni di popoli barbari. Atella fu oggetto di una prima incursione a partire dal 455 da parte dei Vandali di Genserico in marcia verso Roma. Seguirono le incursioni degli Eruli nel 476. Nel 489 fu la volta degli Ostrogoti. Verso il 570 ci fu la conquista dei Longobardi. Altre notizie ci dicono che Atella sopravviveva ancora nell’ottavo e nel nono secolo. L’ultimo documento in ordine di tempo si riferisce all’anno 1015, quando Gregorio e Maria, figli del fu Pietro, facevano transazione con la Badessa del Monastero napoletano di San Gregorio per integra terra intersicum suum que vocatur ad Tetitianum posita in memorato loco Atelle una cum arboribus et introitas sua omnibusque eis pertinentibus… Quindi, all’inizio dell’undecimo secolo, Atella era ridotta a un loco, un piccolo villaggio. Da tale epoca non si hanno più notizie di Atella. I guerrieri Normanni giunsero quindi solo dopo il crepuscolo dell’antica città.
In questo lungo arco temporale se Aversa fu chiamata nuova Atella, coesisteva, per quel che restava, una Atella vetere che fu completamente distrutta proprio dai Normanni i quali si servirono dei resti delle opere pubbliche atellane per costruire edifici in Aversa. Distrutta poi Atella dalle guerre, i Normanni trasportarono in Aversa i marmi, e le colonne dell’ anfiteatro atellano per edificare la nascente città”.
Nella poderosa opera di Gaetano Parente, nella monografia dedicata alla Cattedrale di San Paolo, leggiamo: “Or quella parte, che più intatta rimane del duomo, si è la postica parte; ove trovi varietà di colonne con capitelli di corintia eleganza, ed alcune altre a fogliame grossiero o con mostri fantastici. Le prime corre fama di essere appartenute all’anfiteatro di Atella, già magnifico a’ tempi in cui Ottaviano e Tiberio colà si recavano a deliziarsi delle favole atellane. La civiltà atellana dovette essere di forte influenza se si considera che quando si ebbe la istituzione della diocesi aversana, nel 1053, in piena epoca normanna, il Vescovo di Aversa era appellato come Atellano. E ciò per molti anni”.

Importante, poi, è quanto il Cesaro riporta circa l’esistenza di una comunità ebraica in quella che era la “cittadella” che preesiteva alla Aversa Normanna. Scrive così:
A questo punto, non ci resta che dimostrare la presenza degli Ebrei ad Aversa ancor prima dei Normanni. Partiamo dal famosissimo Donolo o Donnole, il medico per eccellenza. Quasi tutti i testi lo vogliono nativo di Oria, in Puglia, ma proprio il dotto Eliakim Carmoly, nella sua opera sui medici ebrei, ci da, per quel che ci riguarda, una notizia interessantissima. Scrive lo studioso, che Schabtai Donolo, nato ad Aversa verso l’anno 913 dell’era volgare, qui studiò sotto Rabbì Uriel, uno dei dieci pii dottori che furono massacrati nel 925. A quest’epoca un gruppo di Mori mosse sulla città di Aversa, la prese e passò a fil di spada un gran numero di abitanti; degli altri furono condotti prigionieri a Palermo e in Africa; fra questi si trovarono i genitori e i parenti del nostro Schabtai. Quanto a lui, fuggì e si rifugiò a Taranto all’età di appena dodici anni”.


Per la verità, già nella nostra citata pubblicazione, nel capitolo Strade, Porte e Quaertieri, localizzavamo un intero quartiere occupato da Ebrei “….che può essere identificato con il gruppo di case ad est della predetta Ruga Castelli, praticamente di fronte al muro est dell’attuale monastero delle Cappuccinelle”.
Perché localizzavamo qui questo “quartiere”? Proprio nei pressi dell’antica chiesa di S. Maria a Piazza, partendo dal suolo su cui poi sorse il Castello di Ruggero II, poi divenuto “aragonese”, fino al suolo adiacente all’antica chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, oggi chiesa del Purgatorio, si estendeva un grande “mercato” dove confluivano merci da tutti i Casali d’intorno. Niente di più facile, allora, che “interessi economici” avessero fatto localizzare nei pressi una Comunità ebraica.

Quando abbiamo asserito che Rainulfo Drengot, giunto “in octabo” non trovò il deserto ma un palazzo-castello e una chiesa votiva dedicata a S. Paolo, quindi, davamo per scontato che esisteva una Aversa precedente a quella FONDATA da Rainulfo. Ovviamente, come riconosciuto da tutti, la Aversa che poi è divenuta la “città Normanna” con i suoi tre anelli generati dal primo descritto da una palizzata protetta da fossi e siepi, è quella che deriva da questa conformazione urbanistica. Per questo festeggiamo nel 2022 il Millennio dalla FONDAZIONE…..nel 2030 festeggeremo la Contea e nel 2053, chi vivrà vedrà, festeggeremo la istituzione della Diocesi!

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